E' situata nell'area meridionale dei Monti Iblei ed è divisa in due originali aree: Modica Alta, le cui costruzioni quasi scalano le rocce della montagna, e Modica Bassa, giù nella valle, dove un tempo scorrevano i due fiumi Ianni Mauro e Pozzo dei Pruni, poi ricoperti a causa delle numerosi alluvioni, e dove è ora situato il Corso Umberto, principali strada e sito storico della città.

Modica (Muòrica in siciliano) è un comune di 54.005 abitanti della provincia di Ragusa.

Se la città di Noto è universalmente riconosciuta come capitale del Barocco della Sicilia sud-orientale, il Duomo di San Giorgio in Modica viene spesso indicato e segnalato come monumento simbolo dello stile architettonico tardo-barocco di questo estremo lembo d'Italia. Lo storico dell'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco ha dichiarato che tale Chiesa forse andrebbe inserita tra le sette meraviglie del mondo barocco. La chiesa di San Giorgio, inserita nella Lista Mondiale dei Beni dell'Umanità dell'UNESCO, è il risultato finale della ricostruzione sei/settecentesca, avvenuta in seguito ai disastrosi terremoti che colpirono Modica nel 1693 (il più grave) e nel corso del Settecento. La presenza di una chiesa in tale sito si segnala in documenti dell'Archivio parrocchiale, comprendenti anche documenti della cancelleria papale, a partire dal 1150 circa, ma verosimilmente la sua prima edificazione sarebbe stata voluta, al pari del San Giorgio in Paternò, direttamente dal Conte Ruggero d'Altavilla, a partire dalla definitiva cacciata degli Arabi dalla Sicilia, intorno al 1090. L’imponente facciata a torre fu costruita a partire dal 1702 e completata, nel coronamento finale, solo nel 1834. Una scenografica scalinata di 164 gradini, aggiunta dal gesuita Francesco Di Marco nel 1818, conduce ai cinque portali del tempio. La parte della scalinata sotto strada fu progettata nel 1874 dall'architetto Alessandro Cappellani Judica. Misterioso rimane il nome dell'autore del progetto originario settecentesco della facciata, anche se indicazioni ricavate da attenti studi inducono a pensare, anche in considerazione della lunga durata dei lavori, ad una rielaborazione continua ad opera dei più validi architetti del Settecento isolano (fra i quali Rosario Gagliardi e Paolo Labisi verso la metà del '700), sicuramente non superficiali conoscitori dello stile Barocco italiano ed anche europeo.

All'interno della chiesa, dedicata ai martiri San Giorgio e Ippolito, si possono ammirare un grandioso organo con 4 tastiere, 130 registri e 5000 canne, perfettamente funzionante, della fine dell'800; un dipinto di scuola toscana, L'Assunta del tardo-manierista Filippo Paladini (1610); una deliziosa pittura naif su legno, La Natività di Carlo Cane, del '500; una stupenda statua marmorea, la Madonna della Neve della bottega di Mancini e Berrettaro, del 1511; il grandioso polittico dell'altare maggiore, composto da ben 10 tavole, dipinte forse dal messinese Girolamo Alibrandi nel 1513, e raffiguranti le scene della Sacra Famiglia e della vita di Gesù, dalla nascita fino alla Resurrezione e all'Ascensione, oltre a 2 riquadri con le classiche iconografie dei due santi cavalieri, san Giorgio che sconfigge il Drago, e san Martino che divide il proprio mantello con Gesù, che gli si presenta sotto le vesti di un povero accattone. La datazione e l'autore del polittico, contestati per la difficile lettura della terza cifra sulla gamba del cavallo di san Martino, sembrano avvalorati dal fatto che Girolamo Alibrandi, oltre ad essere contemporaneo e concittadino, era anche cognato di Giovanni Resalibra da Messina, l'abile intarsiatore ed indoratore delle cornici e dell'intera tribuna che contiene le 10 pale che compongono il polittico.

Lo si può trovare ancora oggi nei centri storici della Sicilia come attrattiva per turisti, per un piccolo giro panoramico o una foto, o in miniatura in tutti i negozi di souvenir dell'Isola. Alcune volte è usato anche per cerimonie particolari come un matrimonio o altre feste pubbliche o private.

La manifestazione più significativa della Pasqua Modicana è la cosiddetta "Madonna Vasa-Vasa". A mezzogiorno in punto si danno appuntamento in Piazza Municipio migliaia di persone per assistere al bacio e alla benedizione della Madonna verso il Figlio risorto.

La massa di cacao, ottenuta dai semi tostati e macinati (detti localmente caracca, provengono da Sao Tomè in Africa)) e non privata del burro di cacao in essa contenuta, viene riscaldata per renderla fluida. Ad una temperatura non superiore a 40 gradi centigradi viene mischiata a zucchero semolato e spezie come cannella, vaniglia o peperoncino oppure con scorze di limoni o arancia.

 

 

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