Se la città di Noto è
universalmente riconosciuta
come capitale del Barocco
della Sicilia sud-orientale,
il Duomo di San Giorgio in
Modica viene spesso indicato
e segnalato come monumento
simbolo dello stile arch
itettonico
tardo-barocco di questo
estremo lembo d'Italia. Lo
storico dell'arte Maurizio
Fagiolo dell'Arco ha
dichiarato che tale Chiesa
forse andrebbe inserita tra
le sette meraviglie del
mondo barocco. La chiesa di
San Giorgio, inserita nella
Lista Mondiale dei Beni
dell'Umanità dell'UNESCO, è
il risultato
finale della ricostruzione
sei/settecentesca, avvenuta
in seguito ai disastrosi
terremoti che colpirono
Modica nel 1693 (il più
grave) e nel corso del
Settecento. La presenza di
una chiesa in tale sito si
segnala in documenti
dell'Archivio parrocchiale,
comprendenti anche documenti
della cancelleria papale, a
partire dal 1150 circa, ma
verosimilmente la sua prima
edificazione sarebbe stata
voluta, al pari del San
Giorgio in Paternò,
direttamente dal Conte
Ruggero d'Altavilla, a
partire dalla definitiva
cacciata degli Arabi dalla
Sicilia, intorno al 1090.
L’imponente facciata a torre
fu costruita a partire dal
1702 e completata, nel
coronamento finale, solo nel
1834. Una scenografica
scalinata di 164 gradini,
aggiunta dal gesuita
Francesco Di Marco nel 1818,
conduce ai cinque portali
del tempio. La parte della
scalinata sotto strada fu
progettata nel 1874
dall'architetto Alessandro
Cappellani Judica.
Misterioso rimane il nome
dell'autore del progetto
originario settecentesco
della facciata, anche se
indicazioni ricavate da
attenti studi inducono a
pensare, anche in
considerazione della lunga
durata dei lavori, ad una
rielaborazione continua ad
opera dei più validi
architetti del Settecento
isolano (fra i quali Rosario
Gagliardi e Paolo Labisi
verso la metà del '700),
sicuramente non superficiali
conoscitori dello stile
Barocco italiano ed anche
europeo.
All'interno della chiesa,
dedicata ai martiri San
Giorgio e Ippolito, si
possono ammirare un
grandioso organo con 4
tastiere, 130 registri e
5000 canne, perfettamente
funzionante, della fine
dell'800; un dipinto di
scuola toscana, L'Assunta de
l
tardo-manierista Filippo
Paladini (1610); una
deliziosa pittura naif su
legno, La Natività di
Carlo
Cane, del '500; una stupenda
statua marmorea, la Madonna
della Neve della bottega di
Mancini e Berrettaro, del
1511; il grandioso polittico
dell'altare maggiore,
composto da ben 10 tavole,
dipinte forse dal messinese
Girolamo Alibrandi nel 1513,
e raffiguranti le scene
della Sacra Famiglia e della
vita di Gesù, dalla nascita
fino alla Resurrezione e
all'Ascensione, oltre a 2
riquadri con le classiche
iconografie dei due santi
cavalieri, san Giorgio che
sconfigge il Drago, e san
Martino che divide il
proprio mantello con Gesù,
che gli si presenta sotto le
vesti di un povero
accattone. La datazione e
l'autore del polittico,
contestati per la difficile
lettura della terza cifra
sulla gamba del cavallo di
san Martino, sembrano
avvalorati dal fatto che
Girolamo Alibrandi, oltre ad
essere contemporaneo e
concittadino, era anche
cognato di Giovanni
Resalibra da Messina,
l'abile intarsiatore ed
indoratore delle cornici e
dell'intera tribuna che
contiene le 10 pale che
compongono il polittico.

Lo si
può trovare ancora oggi nei centri storici della Sicilia come attrattiva
per turisti, per un piccolo giro panoramico o una foto, o in miniatura
in tutti i negozi di souvenir dell'Isola. Alcune volte è usato anche per
cerimonie particolari come un matrimonio o altre feste pubbliche o
private.

La manifestazione
più significativa della Pasqua Modicana è la cosiddetta "Madonna
Vasa-Vasa". A mezzogiorno in punto si danno appuntamento in Piazza
Municipio migliaia di persone per assistere al bacio e alla
benedizione della Madonna verso il Figlio risorto.

La massa di
cacao, ottenuta dai semi tostati e macinati (detti localmente caracca, provengono da Sao Tomè in Africa)) e non privata del burro di cacao
in essa contenuta, viene riscaldata per renderla fluida. Ad una
temperatura non superiore a 40 gradi centigradi viene mischiata a zucchero semolato e spezie come cannella, vaniglia o peperoncino
oppure con scorze di limoni o arancia.






